COMMISSIONE ARTISTICA
Con il Rinascimento, il concetto di bellezza femminile cambia a favore di una visione sempre idealizzata ma più laica e persino pagana, con la riscoperta della cultura classica pre-cristiana. Comincia ad affermarsi la bellezza giunonica che tra la fine del XVI secolo e la prima metà del Seicento caratterizzerà l’Epoca Barocca quasi in risposta alla compostezza rinascimentale; con il Barocco prima e il Rococò poi, la bellezza coincide sempre di più con la sensualità talvolta esasperata. Il gusto per l’eleganza e lo sfarzo si accentuano e tra i materiali compaiono sempre più damaschi, broccati e velluti di seta con modelli floreali, fili d’oro e d’argento, ricami con perle o pietre preziose e pizzi che fanno delle corti italiane un modello d’eleganza per l’intera Europa. Il gruppo allegorico proposto dal Rione è composto da: la Bellezza, rappresentata da una ragazza in sontuoso e ricco abito color oro contornata ai lati da due ancelle ,con tunica beige e verde, che cospargono petali di rosa simbolo dell’amore e dei maggiori auguri; innanzi alla Bellezza vi è una ragazza vestita di rosso recante uno specchio tondeggiante: questo, per la sua capacità di riflettere le sembianze umane e la realtà circostante, è messo in relazione con la coscienza e con il pensiero. Sempre innanzi alla Bellezza, ma al lato opposto, si trova un’ancella in rosso con in mano dei gigli, simbolo di purezza e nobiltà. In chiusura sfilano dure ragazze una con corona d’oro e l’altra d’argento simboli di regalità e prosperità; dietro di esse un cavallo bardato lineare, senza coccarde, con filamenti verdi che richiamano l’allegoria della Bellezza che fiorisce, montato da un cavaliere che innalza un cartiglio dove compare il motto “Venusta et Pulchritudo” (Bellezza e Grazia).
IL PRIORE
Filippo Pepponi
Il costume è indossato dal Priore, il personaggio più importante della contrada. Il giubbone, in tessuto oro profilato in passamanerie bordeaux e oro, ha un prezioso ricamo centrale in jais e perle. La Zimarra, lunga al ginocchio, è confezionata con un importate tessuto realizzato a telaio dove è riprodotto un origianle modulo decorativo. In oltre la stessa è stata impreziosita con applicazioni in jais e perle e foderata con seta oro.
LA PRIMA DAMA
Maddalena Ceccucci
L’abito è stato realizzato grazie alla maestria, all’immenso talento e alla passione del Maestro Cantini Parrini, che ha risposto all’invito del Maestro Daniele Gelsi e della sua sartoria, a donare un po della loro arte ad una manifestazione così bella come la Giostra della Quintana, il nostro sogno ha preso forma ed è stato presentato il 6 settembre 2021 è nella suggestiva cornice di Palazzo Candiotti.
CAVALIERE: Lorenzo Melosso
Lorenzo Melosso, 19 anni, è il nuovo Ardito del rione Badia. Ascolano doc, Lorenzo è gia noto per aver vinto la Quintana di Ascoli nell’edizione di agosto 2019. Il Priore e il Consiglio del Rione Badia si dice entusiasta per questa nuova avventura e augura a Lorenzo una carriera ricca di successi bordeaux.
IL CIMERIO
Si ritiene che la funzione originale del cimiero fosse quella di rendere più imponente e terrificante il Cavaliere che se ne dotava; in questo il cimiero può essere assimilato alle spoglie di animali uccisi con cui si ornavano il capo i guerrieri più antichi, o alcuni soldati con funzioni speciali, come i romani che avevano il capo coperto con una testa di lupo. La riproduzione del Cimiero de L’Ardito è stato realizzato seguendo la documentazione del Museo Giostre e Tornei di Palazzo Trinci, da figurino per cavaliere di Giulio Parigi “Torneante a cavallo” 1608.
I rudimentali pistilli battono sulla plastica del coperchio di un vecchio fustino di Dash. Andare a tempo diventa un dettaglio, ciò che importa è il rumore. Un rumore che affascina e che fa sognare tutti i bambini di Foligno e li proietta nel suggestivo mondo della Quintana. D’estate le vie ed i vicoli del Centro del Mondo amplificano quella voglia di somigliare ai ragazzi più grandi, quelli che il tamburo lo suonano veramente. Loro, grazie ai polsi sensibili, il rumore lo hanno trasformato in musica, nella colonna sonora della città e della loro esistenza. Con quel suono sono cresciuti e lo porteranno per sempre nel cuore. Questa la naturale gavetta che tutti hanno fatto prima di approdare in quelli che oggi sono chiamati gruppi dei suoni del Rione. Ogni gruppo, fiero dei propri colori, studia, crea e, infine, si esibisce in autentiche performances. Non solo durante il Corteo ma, da qualche tempo, per primeggiare e vincere l’ambito Pistillo d’argento.