LE ORIGINI DELLA GIOSTRA

Le origini della ormai famosa giostra risalgono al IX secolo in occasione dell’ invasione araba in Italia. Le modalità dei tornei di allora non erano prettamente come quelle in vigore oggi, anche perchè l’abilità dei cavalieri in gara veniva misurata attraverso una giostra che consisteva nel centrare una statua di legno rappresentante il nemico saraceno fra gli occhi o sulla fronte; se si colpiva un’ altra parte del corpo della statua, questa girava su stessa e con una sciabola colpiva il dorso del cavaliere. Una documentazione vera e propria a testimonianza di questi tornei si ha a partire dal 1448, fino a quando all’ inizio del 1600 i cavalieri non gareggiavano più simbolicamente contro il nemico saraceno, ma al fine di conquistare l’ onore e le attenzioni di “nobilissima et gentilissima dama”. Ad organizzare le giostre erano i sei priori della città di Foligno, ovvero i rappresentanti di quella che oggi è la Giunta comunale; i cavalieri erano i giovani nobili; il 10 febbraio del 1613 per la prima volta la gara si svolse in Piazza Grande, e così continuò fino a quando arrivà la guerra nei primi anni del ‘900.

 

l 25 luglio del 1946 fu un giorno storico per la città di Foligno, perchè il torneo riprese a svolgersi cessata la Seconda guerra mondiale per risollevare gli animi dei folignati e per festeggiare un anniversario della Società di mutuo soccorso: venne denominato Giostra della quintana, ispirandosi alla manifestazione cavalleresca che avvenne nel 1613. A partecipare furono dieci cavalieri di Foligno eletti dai propri rioni a difendere il prestigio e il valore della contrada. Ci sono dieci rioni che partecipano alla giostra: Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, La Mora, Morlupo, Pugilli, Spada e la gara, divisa in tre tornate, consiste nell’ affrontare un percorso a forma di “8” lungo 754 metri nel minor tempo possibile cercando di infilare con una lancia degli anelli di diametro variabile sorretti da una statua lignea rappresentante un guerriero, la cosiddetta “quintana“.

Una gara avvincente ed emozionante resa ancor più spettacolare da penalità che possono compromettere le prestazioni dei cavalieri. La quintana si svolge al Campo de li giochi a Porta Romana, Foligno.
Per ulteriori informazioni sulle regole della giostra visitate la pagina del regolamento.

“Madonne e Messeri
che in Foligno vivete
o dentro le mura o fuori per le campagne amene, udite!
Dame superbe in preziosi broccati coi lor sorrisi alle genti intorno,
e scintillar di lance e di cruenti sproni e saettar di focosi destrieri
e lor nitrire nel divorar lo spazio e gran virtute de’ cavalieri eletti
e nembi di polve e volitar di piume e grida e gioia et urla di Vittoria,
ecco vi attendono al Campo de li Giochi, nel corruscar del Vespro settembrino!
Ecco tra Voi rinnovellata torna la tenzone della virtute e de l’honore che in premio porge,
al più bravo tra i bravi de’ cavalieri vostri in campo, prezioso palio e sorriso di Madonna illustre.
Qual de’ Rioni appagherà il desio di tòr di mano al Cavalier Vincitore il lauro cinto in ultima tenzone.
Ciascun de’ cavalieri nel maneggiar di lancia alla corsa furente di veloce destriero l’arma sua drizza alla desiata Vittoria.
E ciascun di Voi ha il cavalier eletto cui Fortuna e Valore daranno il vanto di altissimo honore.
Tutti accorrete e rimirate i prodi!
Tutti scendete ne le Piazze, ne le Vie e nel Campo de li Giochi!
E fate festa a’ cavalieri vostri!
Tutte accorrete, o genti de’ Rioni, tutte accorrete a gioir di Vittoria, anco se arride altrui,
ché la concordia e l’amor de la Cittade tutta son pur Vittoria e bella e grande!”


Cavaliere dell’Inquintana

IL BANDO

Veniva letto dall’autorità (c.d. “banditore”) per mettere al corrente il popolo dei fatti di pubblico interesse o di pubblica informazione. Così come avveniva nel passato, anche la prima edizione moderna della giostra della quintana ebbe il suo Bando al pubblico: venne redatto dall’avvocato G.Mancini e letto dal Maestro di Campo la sera del 14 settembre 1946 in Piazza Grande, davanti al Corteo dei Figuranti e davanti al gran numero di persone accorse per l’occasione. Quello che attualmente si replica è il testo redatto nel ’47:

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